Capsulite adesiva della spalla. Sintomi e terapie.

La capsulite adesiva della spalla è una patologia infiammatoria che colpisce l’articolazione. Inizialmente i sintomi, come la rigidità articolare, dolore alla spalla e difficoltà nei movimenti, si presentano in maniera lieve per poi degenerare progressivamente se non tempestivamente affrontata. Ma cosa si intende per “spalla rigida”? E’ possibile prevenirla? E come migliorare la mobilità dell’articolazione? Ne abbiamo parlato con il Prof. Roberto Postacchini, Medico Chirurgo specializzato in Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Israelitico

 

Che cosa è la capsulite adesiva della spalla e da cosa è causata?

E’ il termine corretto per indicare la cosiddetta “spalla rigida” o “spalla congelata. Si distinguono una forma primitiva (idiopatica) e forme secondarie. Nella forma primitiva, che colpisce soprattutto soggetti tra i 30 e 50 anni, vi è una perdita graduale della mobilità attiva e passiva della spalla, senza cause apparenti. Questa forma è molto più frequente nei diabetici e nei pazienti che assumono barbiturici. Le forme secondarie possono essere conseguenti a patologie che comportano un periodo di dolore acuto alla spalla. Il paziente non muove l’articolazione per il dolore, e con il tempo questa perde progressivamente la normale mobilità. Altre cause sono eventi traumatici (fratture, lussazione di spalla) o interventi chirurgici che comportano un’immobilizzazione della spalla. Quelle secondarie, peraltro, non possono essere considerate, in senso stretto, forme di capsulite adesiva. La rigidità è dovuta a retrazione della capsula articolare e dei legamenti che la rinforzano; retrazione che è tanto più marcata quanto più lungo è il periodo di ridotta mobilità.

Come si può prevenire?

Nelle forme primitive presumibilmente iniziate da meno di due mesi e non particolarmente marcate, il trattamento consiste nella kinesiterapia (ginnastica) passiva e attiva effettuata intensamente per almeno un mese. Se la rigidità non migliora, o se alla prima osservazione dura da più di 4-6 mesi ed è marcata, può essere indicata una mobilizzazione in anestesia della spalla (della durata di 5-10 minuti), diretta a produrre piccole lacerazioni capsulo-legamentose, che migliorino il grado di mobilità. Oppure, si può effettuare un’artroscopia con l’intento di sezionare per brevi tratti le strutture capsulo-legamentose. Facendo ciò si ottiene di solito un miglioramento della mobilità maggiore che con la sola mobilizzazione in narcosi. Ad ambedue i trattamenti, comunque, deve seguire sempre un’intensa kinesiterapia fino al raggiungimento di una normale mobilità articolare. Il protocollo terapeutico è analogo nelle altre forme di rigidità, anche se in queste il trattamento è quasi sempre fondato solo sulla kinesiterapia.

Dott. Ruben  Spizzichino
Ufficio Stampa & Social Media