LA CHIRURGIA DEL GINOCCHIO

Il ginocchio è un’articolazione interessata da importanti traumi come la rottura del menisco e del legamento dei crociati anteriori. In entrambi i casi il chirurgo interviene in artroscopia. Gli interventi al ginocchio si eseguono con diverse metodiche chirurgiche:

-Artroscopia: piccola incisione di pochi centimetri che consente al chirurgo di inserire nel ginocchio le strumentazioni necessarie all’operazione.

-Ricostruzioni legamentose in artroscopia: sostituzione del legamento crociato mancante con altre strutture tendinee attraverso piccole incisioni di pochi centimetri.

Nella chirurgia del ginocchio rientra anche l’intervento di protesi del ginocchio, indicato nei casi di grave artrosi degenerativa avanzata. Si eseguono numerosi interventi di protesi al ginocchio totale o parziale: nel primo caso si sostituisce tutto, femore, tibia e rotula; nel secondo caso si ricorre a protesi monocompartimentali usate per i pazienti in cui c’è una degenerazione artrosica che interessa metà ginocchio (compartimento mediano o laterale).

LA ROTTURA DEL MENISCO

L’intervento della rottura del menisco è più veloce, il paziente ha una ripresa rapida e l’operazione prevede una miniscectomia selettiva: invece di eliminare tutto il menisco e facilitare così la comparsa di artrosi del ginocchio, si interviene solo sulla parte rotta dell’articolazione ricorrendo alla tecnica mini invasiva in artroscopia. Il chirurgo esegue sul ginocchio due piccoli fori di circa 1cm, in uno è inserita una microtelecamera e nell’altro la strumentazione chirurgica che permette di eseguire l’intervento artroscopico e dunque la miniscectomia selettiva.La rottura del menisco trattata con la miniscectomia permette al paziente di camminare con le stampelle già 24 ore dopo l’intervento e recuperare completamente la mobilità articolare in circa 2 settimane.

A circa un mese dall’intervento si può tornare ad una vita normale

LA ROTTURA DEL LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE

Per il trattamento del legamento crociato anteriore si ricorre a una plastica legamentosa, cioè una ricostruzione del legamento che si può effettuare con diverse tecniche. Innanzitutto necessita di un neo legamento che può essere uno standing rotuleo o un tendine del quadricipite, e ci sono diverse tecniche d’impianto. Il trapianto avviene attraverso una piccola incisione, poi viene posizionato per via artroscopica nella cavità articolare del ginocchio e fissato a femore e tibia con delle viti o cambre metalliche, a discrezione del chirurgo.La rottura del legamento crociato richiede tempi lunghi di riabilitazione, perché la fisioterapia è condotta seguendo dei protocolli ben precisi e definiti che variano anche in base alla tecnica chirurgica utilizzata, sia per il trapianto che per la fissazione del legamento. A 2 o 3 settimane dall’intervento, a discrezione e su parere del chirurgo, il paziente toglie il tutore.

A 30 giorni comincia una deambulazione, senza l’aiuto delle stampelle e a 2 mesi riprende un vita normale.

LA PROTESI DEL GINOCCHIO

La protesi del ginocchio è indicata in casi di artrosi avanzata con forte limitazione funzionale del ginocchio e dolore persistente con deviazioni importanti dell’asse, un quadro clinico che non permette al paziente di svolgere una vita normale.L’intervento di protesi del ginocchio può durare circa un’ora e mezza, e si sostituisce l’articolazione con componenti protesiche che si possono più o meno cementare all’osso.I tempi di recupero dipendono sia dall’età del paziente sia dal tipo di protesi che si impianta. In generale: dopo 15 giorni dall’intervento il paziente toglie una delle due stampelle, dopo 30 giorni toglie anche l’altra, ma comincia a deambulare già il giorno dopo l’operazione e, attraverso un macchinario che si chiama Kinetec, comincia una ginnastica passiva che fa flettere e stendere il ginocchio. A un mese dall’intervento, il paziente cammina in piena autonomia e può continuare a svolgere la fisioterapia con un graduale miglioramento delle condizioni post operatorie.

A 2 mesi dall’operazione il paziente può guidare, fare nuoto o bicicletta, e dopo circa un anno i pazienti più giovani possono tornare a svolgere uno sport con regolarità.